L’Intelligenza Artificiale (IA) è una disciplina appartenente al campo della computer science che ha l’obiettivo di realizzare macchine e programmi capaci di mostrare comportamenti intelligenti. Ancora non siamo in grado di costruire un programma capace di affrontare qualsiasi problema, però abbiamo strumenti che, in campi determinati e definiti sono capaci di uguagliare e spesso superare le capacità cognitive degli esseri umani.
La storia della disciplina è contraddistinta da momenti di grande entusiasmo (primavere) seguiti da periodi di grande delusione (inverni).
Oggi stiamo vivendo una nuova primavera (forse un’estate) dell’IA. Dobbiamo però capire cosa le macchine sono realmente in grado di fare e quali sono i limiti che ancora presentano. Le nostre applicazioni sono in grado di percepire, imparare, astrarre, ragionare e creare. Però non sanno esprimere sentimenti e autocoscienza.
Daniel Kanneman è uno psicologo israeliano che ha vinto il premio Nobel per l’economia nel 2002 per il suo lavoro sul pensiero lento (razionale ed analitico) e quello veloce (istintivo, immediato e percettivo), che descrivono il modo con cui noi prendiamo decisioni.
Gli strumenti dell’IA si possono classificare in due grandi categorie: strumenti simbolici e subsimbolici. Quelli simbolici sono adatti a riprodurre le capacità di ragionamento dell’uomo (pensiero lento), mentre quelli subsimbolici sono più adatti a compiti percettivi e intuitivi (pensiero veloce).
Oggi cerchiamo di integrare i vari metodi per superare alcune delle limitazioni che le macchine mostrano. Cerchiamo anche di capire i pericoli che l’IA può generare e le opportunità che questi strumenti possono rappresentare.
A cura di:
Piero Poccianti – Coordinatore del Board industriale - AIxIA
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